giovedì 19 febbraio 2009

MIO PADRE

Mi ricordo da bambino
che mio padre era spesso arrabbiato con me e non sapevo perché
ritornavo dalla scuola verso l'una e quaranta e la fame era tanta
con mia madre che diceva che c'è?
Lorenzo dimmi che c'è? come è andata come mai non mi dici mai niente?
ma che razza di gente questi figli che ho
certe volte non so cosa ho fatto per vedervi dire sempre di no non lo so, non lo so ma ti droghi? fai veder le braccia ma che razza di faccia
non mi piace per niente quella razza di gente con la quale ti vedi
ma che cosa ti credi che tuo padre ed io non ti vogliamo bene?
sempre le stesse scene ogni giorno ogni sera quella stessa atmosfera.

mentre mio padre mi vedeva crescere
lui mi sembrava non potesse invecchiare
mentre crescevo tre centimetri l'anno
lui era sempre uguale

Mi ricordo a dodici anni un pomeriggio di sole mi portò a un funerale
ma era uno speciale che non c'era neanche un morto parente
neanche un conoscente solo un sacco di gente seria molto composta
una specie di festa al contrario e
mio padre
Mario mi diceva quando avrai un po' più anni potrai dire io c'ero
ai funerali degli agenti della scorta di Moro
questa sera quasi ventisette anni sto leggendo il giornale e di quel funerale
mi risale l'immagine in mente e ho chiarissimo in testa
quel concetto di festa al contrario e

di mio padre Mario
che per come era sempre severo mi appariva sincero nel dolore
del restare impotente insieme a molta altra gente
che sostava di fronte al potere di pochi sulla vita di molti

e a quei volti sconvolti
delle madri delle mogli
dei parenti e
dei figli
degli agenti della scorta di Moro e

mio padre Mario era così serio
E mi teneva sulla testa una mano
quel pomeriggio è lontano quasi venti anni fa

i negozi che chiudevano in tutta la città ogni cosa era strana nella mia fantasia
non capivo perché in giro c'era tutta quella polizia
le sirene spiegate le serrande abbassate

sono più grande ma le cose non sono cambiate
La mia mano
è più grande e
mio padre
più anziano
la mia mamma si preoccupa perché sono lontano.

Questa storia che ho detto con la rima baciata non so forse neanche io perché ve l'ho raccontata

forse il centro di tutto è quella mano
che mio padre mi appoggiò sulla testa
questo è quanto mi resta
un ricordo profondo grande come il mondo
questo gesto che mio padre
ebbe il cuore di fare
questo gesto d'amore
mille volte più potente di un pugno
in questa notte di giugno in cui scrivo mi fa essere vivo
pronto ad essere padre a mia volta
e a spiegare a mio figlio bambino
come ogni destino
si unisce si confonde e si intreccia in comune con le altre persone
gli dirò che ogni schiaffo e ogni pugno che è dato ogni piccolo diritto che nel mondo è violato
è una ferita per tutti gli esseri della terra e finché non c'è giustizia ci sarà sempre guerra

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